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Nelle campagne dell’India, dove ancora regna il tabù delle mestruazioni, le donne di un villaggio producono assorbenti a basso costo per rendersi indipendenti. È la presentazione al cortometraggio documentario sui diritti delle donne che ha vinto l’Oscar.

Abbiamo già parlato del tabù del ciclo mestruale e di come nelle realtà più povere del Nepal, superstizioni, paure e tradizioni accompagnino le donne non solo nel periodo delle mestruazioni ma anche nel postparto, ree di contaminare ogni cosa o persona con cui entrino in contatto. L’india, come il Nepal, è un territorio in cui l’argomento mestruazioni rappresenta ancora un enorme tabù e in cui l’accesso ai dispositivi sanitari usa e getta è difficilissimo, nonché molto costoso.

“Il ciclo del progresso” racconta la vita e le difficoltà quotidiane di Sneh e di altre sei donne, tutte tra i 18 e i 31 anni, che vedono installare nel villaggio indiano in cui vivono, poco lontano da New Delhi, una macchina che permette alle donne di produrre da sole assorbenti meno costosi di quelli usa e getta presenti sul mercato e biodegradabili.

La nuova macchina diventa il motore intorno al quale si muove l’intera comunità, non solo perché riesce a creare posti di lavoro ma soprattutto perché riesce ad innescare un circolo virtuoso che aiuterà le donne a migliorare la loro condizione e a mettere in discussione tutto quello che hanno sempre saputo sulle mestruazioni (o che non hanno mai saputo): nel villaggio indiano a pochi km da New Delhi nel quale ci porta la regista, nessuno ti spiega davvero cosa accade al tuo corpo durante le mestruazioni. Quello che sai te lo hanno detto tua nonna e tua madre: “il sangue rende “sporche”, indesiderabili. “Non importa con quanta forza tu preghi [le divinità] nessuno ti ascolterà, in quei giorni”.

Non solo un tabù

Per la regista americano-iraniana Rayka Zehtabchi “Le mestruazioni non dovrebbero essere un tabù, non dovrebbero sancire la fine della scuola per le ragazze”. Il titolo del cortometraggio documentario, giocando sul doppio senso con Period. End of sentence, vuole essere letto come “Ciclo mestruale. Fine della condanna“. Questo però è solo un primo grande passo, una dimostrazione documentata di come la diffusione dello stesso modello produttivo, nato dal progetto di un gruppo di ragazze di una scuola superiore americana, in molte altre comunità povere, potrebbe essere determinante per migliorare le condizioni di vita di tante comunità nel mondo, creando una cultura dell’igiene intima e della cura di sé.

Ci siamo lasciati ispirare da:

Oscar 2019, vince il corto “Period. End of Sentence” sui diritti delle donne in India

Cineon, IL CICLO DEL PROGRESSO (PERIOD. END OF SENTENCE) – LA RECENSIONE DEL CORTOMETRAGGIO OSCAR DI NETFLIX!